Uso di bifosfonati dopo carcinoma mammario positivo per il recettore dell’estrogeno e rischio di tumore controlaterale
C’è un crescente numero di prove che suggeriscono che i bifosfonati azotati potrebbero ridurre il rischio di sviluppare un primo tumore alla mammella e potrebbero prevenire le metastasi tra i sopravvissuti a carcinoma mammario.
Tuttavia non è chiaro il loro impatto sul rischio di secondo tumore al seno primario controlaterale.
In uno studio caso-controllo condotto su donne con diagnosi di un cancro alla mammella invasivo primario positivo per il recettore dell’estrogeno all’età di 40-79 anni, è stata valutata l’associazione tra utilizzo post-diagnosi dei bifosfonati e rischio di un secondo carcinoma mammario primario controlaterale.
La regressione logistica condizionale aggiustata a variabili multipla è stata utilizzata per stimare gli odds ratio ( OR ) nel confronto tra 351 donne con tumore mammario controlaterale e 662 controlli ( cioè, pazienti con tumore al seno senza diagnosi di carcinoma mammario controlaterale ) corrispondenti per razza / etnicità, età alla diagnosi e anno e stadio alla prima diagnosi di tumore alla mammella.
Sono state effettuate analisi di sensibilità rispetto a tipo di bifosfonati e fattori confondenti in base alla indicazione.
L’uso corrente di qualunque bifosfonato azotato e l’uso specifico di Alendronato ( Fosamax ) sono entrambi risultati associati a riduzione dei rischi di carcinoma controlaterale rispetto a quelli osservati nelle donne che non ne avevano mai fatto uso ( odds ratio, OR=0.41 e OR=0.39, rispettivamente ).
Il rischio di carcinoma mammario controlaterale è ulteriormente diminuito con l’uso più prolungato di bifosfonati tra le attuali utilizzatrici ( P per tendenza=0.03 ).
Risultati simili sono emersi nelle analisi limitate a pazienti con una storia di osteoporosi o di osteopenia.
In conclusione, l’uso di bifosfonati è risultato associato a una riduzione sostanziale nel rischio di cancro al seno controlaterale.
Se queste osservazioni venissero confermate in ulteriori studi, la terapia con bifosfonati azotati potrebbe diventare un approccio utilizzabile per la riduzione del rischio di tumore alla mammella controlaterale. ( Xagena2011 )
Monsees GM et al, J Natl Cancer Inst 2011; 103: 1752-1760
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